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Viila Miari De' Cumani

La presenza della famiglia De Cumani a Sant'Elena vanta origini antichissime ed era intimamente legata alla storia del luogo, dove, fin dal '300, sorgeva una vasta residenza, forse edificata su strutture preesistenti; la casa padronale doveva già essere circondata da una recinzione merlata.

Nel XVI secolo il complesso venne ampliato con la costruzione di alcuni edifici a un unico piano sul lato ovest della corte e con la realizzazione di una barchessa, posta nel centro del paese. Il completamento della piccola cappella, compresa entro le mura perimetrali della tenuta, avvenne solo in epoca successiva; la datazione, riferibile alla metà del '600 o a quella del '700, risulta comunque incerta.

L'insieme degli interventi avviati a partire dal 1857, per volontà di Felice e poi di Giacomo Miari, impresse alla villa il suo aspetto definitivo. Mentre l'edificio padronale e i corpi annessi furono risistemati su progetto dell'architetto bolognese Achille Casanova, Osvaldo Paoletti disegnò il grande parco romantico con piante esotiche e architetture eclettiche, che venne a sostituire l'originale brolo. Accanto alla casa dominicale fu aggiunta una serra con granaio al livello superiore, la torre colombara fu rialzata e una nuova fabbrica per le scuderie la congiungeva ora alle case sul lato occidentale. La residenza vera e propria fu trasformata sia all'esterno, dove il prospetto con il portale gotico venne affrescato secondo il gusto neorinascimentale, sia all'interno, dove il salone fu decorato con finti stemmi e drappi; la Sala dei Ventagli fu invece dipinta con raffigurazioni dei segni zodiacali.

Un altro ambiente della villa conserva ancora cinque tele attribuite a Palma il Giovane.
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