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Palazzo Chiericati

Palazzo Chiericati

Palazzo Chiericati (Pinacoteca Civica) si trova in piazza Matteotti, all'estremità orientale di corso Palladio, la principale direttrice di attraversamento del centro storico, presso il Ponte degli Angeli. Pressoché contemporaneo al progetto della Basilica di piazza dei Signori, questa sontuoso residenza privata rappresenta per la critica il raggiungimento dell'autonomia formale dell'architetto, la sua piena maturità. La particolarità dell'edificio deriva dall'affaccio a uno spazio aperto - caso unico tra i palazzi del Palladio - circostanza che ha consentito all'architetto di esprimersi senza le limitazioni imposte da una prospettiva stradale ristretta. Il committente, Girolamo Chiericati, è tra gli amministratori comunali chiamati negli anni precedenti a esprimersi sul progetto della Basilica e quindi incaricato di sovrintendere ai lavori. Se la commissione pubblica fa pensare alla fiducia del Chiericati nei mezzi del giovane architetto, quella privata immediatamente successiva dà certezza di una stima personale. Lo scenario del nuovo cantiere è unico nella geografia urbana: la piazza, all'epoca detta dell'Isola, era lo slargo che si affacciava alla confluenza dei due fiumi cittadini, il Bacchiglione e il Retrone, uno spazio d'interesse commerciale per la presenza di un porto e per l'uso di tenervi il mercato del legname e del bestiame. Il colpo d'occhio offerto dalla sontuosa architettura palladiana sullo sfondo di uno scenario così popolare doveva essere inconsueto, a metà strada tra città e campagna, tra palazzo e villa. La soluzione formale testimonia della sicurezza dell'architetto nei propri mezzi espressivi, accantonando senza incertezza le consuetudini costruttive dell'epoca. Il progetto deve fare i conti con la ristrettezza dello spazio a disposizione: il corpo dell'edificio e gli spazi aperti sul retro occupano infatti la fascia di terreno occupata dalle modeste case preesistenti, mentre il portico invade per quasi cinque metri il suolo della piazza (che il Comune concede in cambio dell'uso pubblico del passaggio, come tuttora accade). L'architetto pone l'edificio su un podio bordato da una breve scalinata: questo, per sottolinearne l'importanza, ma anche per proteggerlo dalle frequenti inondazioni. La facciata è impostata su un doppio ordine di logge, scelta adeguata allo spazio aperto antistante, trovando ispirazione in certi schemi dell'architettura del foro romano. L'estensione in larghezza della costruzione influenza la distribuzione interna: un atrio biabsidato centrale è fiancheggiato da due nuclei di tre stanze di dimensioni proporzionali, ognuna con una scala a chiocciola di servizio e una monumentale al lato della loggia posteriore. Per la cronaca i lavori si interrompono nel 1557 per la morte del committente quando quattro campate su undici sono realizzate (con un colpo d'occhio simile a quello offerto da palazzo Porto, in piazza Castello); solo alla fine del Seicento l'edificio verrà completato secondo il disegno pubblicato nei Quattro Libri dell'Architettura. Notevole, la decorazione interna ad affresco e a stucco, per mano di una straordinaria compagine artistica (Ridolfi, Zelotti, Fasolo, Forbicini e Battista Franco). Le statue del coronamento sono aggiunte posteriori, estranee al progetto palladiano. Per un confronto stilistico sono notevoli le analogie con villa Chiericati a Vancimuglio, villa Cornaro a Piombino Dese e villa Pisani a Montagnana. Palazzo Chiericati è attualmente sede della Pinacoteca Civica di Vicenza (nella collezione, che spazia dal XIII al XIX secolo, si ammirano opere di celebri artisti, come Veronese, Tintoretto e Tiepolo).
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